“Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum, ita desiderat anima mea ad te, Deus”
Sicut Cervus, scritto da Giovanni Pierluigi da Palestrina, è da molti considerato l’esempio più significativo di arte corale religiosa del Rinascimento. Il testo latino è tratto dal Salmo 42: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio”. Per i cattolici del XVI secolo le parole del Salmo evocavano due momenti di estrema importanza liturgica.
Il primo si svolgeva durante la veglia pasquale, attraverso la liturgia del fuoco e la benedizione dell’.acqua. Il buio penitenziale della Quaresima terminava con l’ accensione del fuoco nuovo, il canto dell’Exultet, le litanie dei Santi e il canto dell’ Alleluia. Durante questa celebrazione i nuovi convertiti alla fede ricevevano il Santo Battesimo, e il giorno di Pasqua la loro prima Comunione. Sicut Cervus veniva cantato durante la processione al fonte battesimale. In questo contesto, le parole del Salmo risuonavano come le acque sacramentali del Battesimo e come l’ acqua viva dell’ Eucaristia.
Ma lo stesso canto veniva utilizzato anche in un’ altra liturgia: la Messa da Requiem. Qui le parole del Salmo assumevano un significato completamente diverso. Nella solenne liturgia di un funerale, nell’anniversario di una morte, o durante la commemorazione di tutti i defunti, il canto Sicut Cervus risuonava di nostalgia, di speranza e aspirazione. L‘anima desidera ardentemente tornare alla sua vera dimora al cospetto di Dio.
Oggi il senso generale della nostalgia dell’anima all’unione con Dio, che può essere soddisfatta nel ricevere l’Eucaristia, rende Sicut Cervus una scelta eccellente per il momento della Comunione.
Sicut Cervus: musica e significati nascosti
Mottetto con tessitura a carattere imitativo. Il compositore assegna ad ogni frase un’idea musicale differente che viene imitata dalle varie sezioni.
Le note lunghe sottolineano i momenti di introspezione intellettuale (sicut e ita), i soggetti da contemplare (cervus e anima) e gli elementi che ne placheranno la sete (fontes e Deus).
Da notare all’ascolto l’intenzione musicale posta sulla parola “aquarum”, con note di passaggio che ricordano le onde. L’andamento ascendente sulla parola “desiderat”, porta verso il cielo (ad sidera=fino alle stelle). È in atto la descrizione di un moto spirituale. Interessante il fatto che la nota più alta (il do) si raggiunga sulla parola “aquarum”, e non sul “sidera”.
Palestrina quindi è forse influenzato dalle teorie cosmologiche, per cui le acque cui tende il cervo sarebbero quelle superiori (oceano celeste), poste sopra il firmamento.