Chiesetta di San Paolo – Sarnico in occasione della settimana Santa 2011
Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce o Le sette ultime parole di Cristo sulla croce (in tedesco Die sieben letzten Worte unseres Erlösers am Kreuze; in latino Septem verba Christi in cruce) è una composizione di Joseph Haydn.
Commissionata nel 1786 e scritta in origine (1787) per orchestra (Hob:XX:1) con il titolo Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce ovvero Sette Sonate con una introduzione ed alla fine un Terremoto, riscritta per quartetto d’archi (Hob:XX:2; op. 51), ha conosciuto anche una riduzione per tastiera operata dall’editore di Haydn, con l’approvazione del compositore (Hob:XX:3). Fu rimaneggiata da Haydn in forma di oratorio per soli, coro e orchestra tra il 1795 e il 1796 (Hob:XX:4). La prima assoluta fu eseguita il 30 maggio 1794 nella Cattedrale di Passavia.
DEVOZIONE DELLE ULTIME SETTE PAROLE DI GESU’ CRISTO SULLA CROCE
PRIMA PAROLA
“PADRE, PERDONA LORO, PERCHé NON SANNO QUELLO CHE FANNO” (Lc 23,34)
La prima parola che Gesù pronuncia è un’invocazione di perdono che egli rivolge al Padre per i suoi crocifissori. Il perdono di Dio significa che osiamo affrontare ciò che abbiamo fatto. Osiamo ricordare tutto della nostra vita, con i fallimenti e le sconfitte, con le nostre debolezze e la mancanza d’amore. Osiamo rammentare tutte le volte in cui siamo stati meschini e ingenerosi, la bassezza morale delle nostre azioni.
SECONDA PAROLA
“IN VERITA IO TI DICO: OGGI SARAI CON ME NEL PARADISO” (Lc 23,43)
La tradizione è stata saggia a chiamarne uno “buon ladrone”. è una definizione appropriata, poiché lui sa come impossessarsi di ciò che non è suo: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). Mette a segno il più strabiliante colpo della storia: ottiene il Paradiso, la felicità senza misura, e lo ottiene senza pagare per entrarvi. Come possiamo fare noi tutti. Dobbiamo solo apprendere ad osare i doni di Dio.
TERZA PAROLA
“DONNA, ECCO TUO FIGLIO! ECCO TUA MADRE!” (Gv 19,2627)
Nel Venerdì Santo vi è stata la dissoluzione della comunità di Gesù. Giuda lo ha venduto, Pietro lo ha rinnegato. Sembra che tutte le fatiche di Gesù per edificare una comunità siano fallite. E nel momento più buio, vediamo questa comunità nascere ai piedi della croce. Gesù dà alla madre un figlio e al discepolo prediletto una madre. Non è una comunità qualunque, è la nostra comunità. Questa è la nascita della Chiesa.
QUARTA PAROLA
“DIO MIO, DIO MIO, PERCHé MI HAI ABBANDONATO?” (Mc 15,34)
Improvvisamente per la perdita di una persona cara la nostra vita ci appare distrutta e senza scopo. “Perché? Perché? Dov’è Dio ora?”. E noi osiamo essere terrorizzati nel renderci conto che non abbiamo nulla da dire. Ma se le parole che affiorano sono di assoluta angoscia, allora ricordiamo che sulla croce Gesù le fece sue. E quando, nella desolazione, non sappiamo trovare nessuna parola, nemmeno per gridare, allora possiamo prendere le sue parole: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.
QUINTA PAROLA
“HO SETE” (Gv 19,28)
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù incontra la donna samaritana a un pozzo del patriarca Giacobbe e le dice: “Dammi da bere”. Al principio e alla fine del racconto della sua vita pubblica, Gesù ci chiede con insistenza di soddisfare la sua sete. Ecco come Dio viene a noi, sotto le spoglie di una persona assetata che ci chiede di aiutarlo a dissetarsi al pozzo del nostro amore, qualunque sia la qualità e la quantità di tale amore.
SESTA PAROLA
“TUTTO è COMPIUTO” (Gv 19,30)
“è compiuto!”. Il grido di Gesù non significa solo che tutto è finito e che ora lui morirà. è un grido di trionfo. Significa: “è completato!”. Ciò che lui dice letteralmente è: “E’ reso perfetto” All’inizio dell’Ultima Cena l’evangelista Giovanni ci dice che “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”, cioè all’estremo delle sue possibilità. Sulla croce vediamo tale estremo, la perfezione dell’amore.
SETTIMA PAROLA
“PADRE, NELLE TUE MANI CONSEGNO IL MIO SPIRITO” (Lc 23,46)
Gesù ha pronunciato le sue ultime sette parole che invocano il perdono e che conducono alla nuova creazione della “Dornenica di Pasqua”. E poi riposa in attesa che finisca questo lungo sabato della storia e giunga finalmente la domenica senza tramonto, quando l’umanità intera entrerà nel suo riposo. “Allora Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro” (Gen 2,2). Continua la lettura di Sarnico Chiesa di San Paolo “Le ultime sette parole di Gesù sulla croce” di Haydn→
7 voci miste
Antonio Lotti nasce il 5 gennaio 1667 a Venezia, da Matteo “sonador” e da Marina Gasparini, figlia di un “barcariol”. Nel 1687 viene assunto quale cantore aggiunto mentre è maestro Giovanni Legrenzi. Perfeziona la sua preparazione musicale con Ludovico Fuga – maestro di cntrappunto – e nel 1689 entra nella Cappella Marciana come contraltista È aiuto organista nel 1690, organista al secondo organo nel 1692 e dal 1704 diviene titolare al primo organo. Nel 1736 è nominato Maestro di Cappella in San Marco. Nel 1717 ottenne il permesso per recarsi a Dresda, dove vennero rappresentate diverse sue opere tra le quali Teofane per le nozze di Augusto III di Polonia con Maria Giuseppa d’Austria nel 1719. Ritornò a Venezia nel 1719, e vi rimase fino alla morte nel 1740.
Concerto nell’antica pieve, oggi sconsacrata, venne eretta prima dell’anno 1000 nell’antico borgo a lago di Predore, e nel corso dei secoli subì molteplici trasformazioni che ne compromisero la struttura altomedievale. La facciata orientata verso il lago è semplice nella forma, la pianta è ad unica navata di stile barocco, la copertura attuale è a capriate e sostituisce la volta che è crollata per via del periodo di abbandono che ha subito, nei primi anni 2000 è stata interessata da un intervento di riqualificazione atto a renderla idonea come Centro Civico polivalente.
Il “Miserere” di Gregorio Allegri 12 gennaio 2010 – Chiesa Parrocchiale di Sarnico
Il Miserere (latino: “Abbi pietà”) è un’opera a cappella di Gregorio Allegri basata sul salmo 50 della Bibbia, composto probabilmente intorno al 1630 durante il pontificato di Urbano VIII, da eseguire a luci spente nella Cappella Sistina durante il mattutino come parte dell’ufficio delle Tenebre della Settimana Santa.
È l’ultimo dei dodici miserere composti e cantati in Sistina dal 1514 ed è anche il più famoso. Di questo brano non si comprende l’effetto alla sola lettura per via della grande semplicità delle note, ma esisteva nella Cappella Sistina un’antica tradizione esecutiva che ne faceva risaltare i meriti, dandogli una sfumatura espressiva unica.
Il brano era considerato così sacro che il papa, per preservarne l’unicità, proibì che fosse trascritto e proibì che le eventuali copie uscissero dalla Cappella Sistina, tanto che l’esecuzione altrove era punita con la scomunica.
Il miserere di Allegri è una composizione a nove voci per due cori, uno di cinque voci e uno di quattro, ed è generalmente riconosciuto come uno dei migliori esempi di polifonia rinascimentale. Il suo spartito originale, vergato dalla mano del compositore, non è mai stato trovato. Tre copie autorizzate della partitura vennero distribuite fuori dalla Cappella Sistina prima del 1770: una a Leopoldo I d’Asburgo, una al re del Portogallo e una a Giovanni Battista Martini. Nessuno di loro, tuttavia, riuscì a riprodurre la bellezza del miserere così come veniva cantato nella Sistina. Il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart, in visita a Roma, ascoltò il miserere di Allegri l’11 aprile 1770 durante l’ufficio delle Tenebre del Giovedì Santo, che si canta la sera del Mercoledì Santo. Il Giovedì Santo lo trascrisse interamente a memoria, ritornando nella Cappella Sistina il venerdì successivo, 13 aprile, per fare piccole correzioni. Continua la lettura di Sarnico – “Miserere” di Allegri – 2010→
Un concerto organizzato dal Kiwanis Club del Sebino per dotare la locale casa di riposo Faccanoni di Sarnico di un defibrillatore.
Programma eseguito dai tre cosi
Introduzione (i tre cori insieme) FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA
(Riz Ortolani – elab. Luca Belotti
Coro “Callido” Parrocchia di Sarnico
Direttore Gian Carlo Corna
PADRE NOSTRO – canto ebraico
elaborato da G.C. Corna
AVEV VERUM
W.A. Mozart
EXODUS
E. Gold (arm. Castelli – Baretti)
CORO DI CROCIATI E PELLEGRINI
G. Verdi
NABUCCO: VA PENSIERO
G. Verdi
Coro “il Castello” Sarnico
Direttore Mario Carminati
O MAGNUM MYSTERIUM
T. L. da Victoria
TEBE POEM
Bortnuasky
CARMINA BURANA
Carl Orff
Fortune Plago
Ecce Gratum
Ecco, la gradita
NAPADLY PINSE
A. Dvorak
Coro Effatà. Sarnico
Direttore Luca Belotti
GIVE ME THE JOY
A. Micheli – F. Micheli (adat. Luca Belotti
ELIJA ROCK
Traditional (adat. Luca Belotti
BRIDGE OVER TROUBLED WATER
Paul Simon (adat. Luca Belotti
JOSHUA FIT THE BATTLE OF JERICO
Mahalia Jackson
Finale (i tre cori insieme)
RESTA CON NOI SIGNOR
Cantare fa bene al cuore
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