Animazione Santa Messa di Natale

Il coro “il Castello animerà la Santa Messa di Nale delle ore 11.00.

L’avvicinarsi del Natale impegna il coro a preparare per tempo i canti adatti a questo periodo, in modo che aiutino a riscoprire la profondità del mistero celebrato. È sempre in agguato il rischio di banalizzare il Natale, di presentarlo come un evento folcloristico fatto di statuine e pupazzi vari, di leggere in maniera infantile la grandezza del mistero, di fermarsi all’esteriorità dell’evento e appannarlo di poesia e di sentimentalismi puerili. Il primo sentimento è la gioia che l’evento produce; molto bello un canto della liturgia bizantina: «Cristo nasce, glorificatelo; Cristo discende dal cielo, andategli incontro. […] Canta al Signore o terra tutta; celebratelo nella gioia, o popoli, perché Egli si è ricoperto di gloria».

Il coro “il Castello” è molto attento a non trasferire la devozione popolare e tradizionale nella liturgia. Non sempre questo è necessario né utile; per esempio, mettere accanto all’altare o all’ambone un albero di Natale. Sarà più corretto riconoscere che liturgia e religiosità popolare stanno su due piani diversi e che non è bene confonderli o trapiantare l’uno nell’altro, ma ambedue possono nutrire la fede del popolo, pur nella distinzione reciproca. Le esagerazioni sono sempre da evitare, come è bene non dimenticare che celebriamo la santa messa di Natale e non un recital qualsiasi o una sacra rappresentazione.

Voice for peace 3° Festival Corale Internazionale – Perugia

Per il Coro “il Castello” diploma livello 10° categoria musica sacra
dal 3 al 5 maggio 2019

Premiazioni del concorso di Perugia

Grande soddisfazione per il coro polifonico “il Castello”  che si è esibito a Perugia, unico gruppo polifonico italiano presente, all’edizione 2019 di “Voices for peace” il 3° Festival corale internazionale tenutosi nel capoluogo umbro lo scorso mese di maggio.
Ottimo il piazzamento del coro diretto dal M° Mario Carminati, il diploma livello 10° categoria musica sacra li ha soddisfatti pienamente.
Un festival organizzato da “Interkultur” e dall’Associazione Italiana Musica d’insieme in collaborazione con l’Associazione “Musica dal mondo” e dall’Università degli stranieri di Perugia. Presenti 17 cori provenienti da 11 nazioni (arrivati addirittura dalla Cina e dall’Afghanistan) a riprova dell’importante funzione del festival per favorire l’avvicinamento fra i popoli e far convergere l’attenzione sul tema della pace, attraverso il linguaggio del canto corale, del far musica insieme, nel rispetto di ogni essere umano.

Proprio per questo il via al concorso è stato dato ad Assisi, città della pace per eccellenza. Presso la cattedrale di San Rufino tutti i cori presenti hanno cantato la Santa Messa diretti niente di meno che dal M° Giiovanni Acciai (*), direttore artistico del Festival, presidente della giuria e uno dei più grandi direttori ed esperti di musica corale al mondo.

«Sono soddisfattissimo del piazzamento ottenuto – ha detto il M° Carminati – già essere stati invitati al concorso è stato un grande onore. Se poi a questo si aggiunge l’ottima performances del mio coro, forse la migliore di sempre, e i complimenti ricevuti dal M° Acciai, la partecipazione ci ha resi enormemente felici. Con il punteggio di 9,92 abbiamo sfiorato per pochissimo il traguardo del 10 che ci avrebbe assicurato il diploma d’argento. Ringrazio i miei corsiti per l’impegno di questi ultimi mesi».

Il coro “il Castello” si è esibito inoltre, insieme ad altre due corali presso la Chiesa di Sant’Antonio Abate a Perugia e quindi, da solo, a Gubbio nella chiesa di San Giovanni su invito dei  “Sant’Ubaldari” nell’ambito della grande “Festa della calta dei Ceri” di domanica 5 maggio.

(da l’Eco di Bergamo)

(*) Giovanni Acciai è professore emerito di Paleografia musicale nel Corso di Musicologia presso il Conservatorio di Milano. Già direttore della rivista di musica vocale «La Cartellina» e de «L’Offerta Musicale», ha al suo attivo numerose revisioni di musiche antiche, saggi musicologici, traduzioni, registrazioni discografiche di opere inedite. Direttore della Corale Universitaria di Torino dal 1975 al 1983, del Coro del Teatro Comunale di Bologna (1981-1982) e del Coro da camera della Rai di Roma (dal 1989 fino allo scioglimento del complesso nel 1994), è attualmente direttore artistico e musicale del Collegium vocale et instrumentale Nova Ars Cantandi, alla guida del quale svolge una intensa attività concertistica e discografica. È direttore artistico dei Concorsi di canto corale di Riva del Garda, Grado, Torre del Lago, Assisi e Quartiano.

 

Arezzo, Assisi, Gubbio e Perugia

Stare insieme per crescere
Il Coro “il Castello” in gita ad Arezzo, Assisi e Perugia

Cinque giorni straordinari quelli trascorsi dal nostro coro “il Castello” in Umbria, unica corale polifonica italiana presente a “Voices for peace”, 3° Festival corale internazionale tenutosi dall’1 al 5 maggio. Ottimo il piazzamento del gruppo diretto dal M° Mario Carminati, il diploma di bronzo livello 10°, categoria musica sacra li ha soddisfatti pienamente. Al festival, organizzato da “Interkultur” e dall’”Associazione Italiana Musica d’insieme” in collaborazione con  “Musica dal mondo” e dall’Università degli stranieri di Perugia, erano presenti 17 corali di 11 nazioni (sono arrivati addirittura dalla Cina) un contribuito all’arricchimento musicale a riprova dell’importante funzione del festival per favorire l’avvicinamento fra i popoli e far convergere l’attenzione sul tema della pace, attraverso il linguaggio universale del canto corale, del far musica insieme, nel rispetto di ogni essere umano. «Sono soddisfattissimo del piazzamento ottenuto – ha detto Carminati – già essere stati invitati al concorso è un grande onore. Se a questo si aggiunge la prestazione del mio coro, forse la migliore di sempre e i complimenti ricevuti dal M° Giovanni Acciai, direttore artistico del Festival, presidente della giuria e uno dei più grandi direttori ed esperti di musica corale al mondo, la partecipazione ci ha resi felici. Col punteggio di 9,92 abbiamo sfiorato il traguardo del 10 che ci avrebbe assicurato il diploma d’argento. Ringrazio i corsiti per l’impegno profuso. Non è stata però un’esperienza solo canora. La polifonia rappresenta il vertice espressivo della vocalità». 

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Viaggio piacevole, autista professionale, disponibile ai continui spostamenti che il programma prevedeva e sostenuti da quell’allegria genuina garantita dalla presenza di Maria Foresti, (per il volgo “Magiòna”). La sosta ad Arezzo ci dà l’opportunità di conoscere la bellissima città dove Benigni ha girato “La vita è bella”. Mentre il coro all’interno della “Santa Maria della Pieve” esegue un brano riscuotendo l’applauso da un quartetto d’archi che stava provando, un gruppo di sarnicesi “anarchici”, sotto i portici di piazza grande dove nel film Guido e Dora, (Roberto Benigni e Nicoletta Braschi) romanticamente passeggiavano, assaporavano (si fa per dire) un meno romantico piatto di pappardelle al ragù di cinghiale. Dopo l’arrivo a Santa Maria degli Angeli, nemmeno il tempo per disfare le valige che è tempo di salire ad Assisi, città della pace per eccellenza ideale per il via al concorso. Nella cattedrale di San Rufino tutti i cori presenti hanno cantato la Santa Messa diretti niente meno che dal M° Acciai. Veramente “da brividi”. Il secondo giorno visita a una delle più belle città umbre: Spello dove nella chiesa di Santa Maria Maggiore, sono custoditi alcuni affreschi, capolavori del Pinturicchio, fra i maggiori protagonisti della pittura italiana del ‘500 (ovviamente non quello con la maglia a strisce bianco nere verticali da carcerato). Che poi la chiesa fosse chiusa per restauro impendendoci di vederli, beh, quella è un’altra storia. Nel pomeriggio, rapida vista alla città di Perugia dove presso la chiesa di Sant’Antonio, si è tenuto l’applauditissimo concerto del Coro. Terzo giorno dedicato ad una prima visita ad Assisi dove ancor oggi si respira una forte atmosfera mistico-religiosa. Persone provenienti da tutto il mondo, ogni giorno, si recano in pellegrinaggio alla tomba di San Francesco, custodita nella cripta della Basilica. Grande emozione in tutti. Appena il tempo per il pranzo e via verso Gubbio dove abbiamo salutato don Angelo Fanucci responsabile della comunità “San Girolamo” per l’inserimento lavorativo e sociale dei disabili (tipo il nostro Battello), una figura cara al corista prof. Orlando Barozzi che per qualche anno ha abitato nel paese umbro e che ha curato questa parte del programma. Un momento molto significativo. In serata a Gubbio nella chiesa di San Giovanni, su invito dei “Sant’Ubaldari” nell’ambito della grande “Festa della calata dei Ceri”, secondo concerto e grande cena presso la taverna di Sant’Ubaldo (presenti le sole Sant’Ubaldare). Sabato 4 è stata la giornata del concorso. I coristi, di buon mattino, si sono diretti a Perugia per essere giudicati dalla competente giuria internazionale formata da Mara Marnauza (Lettonia), Benedykt Blonsky (Polonia), dal suddetto M° Acciai e con la supervisione della “Magiòna”. Gli accompagnatori hanno invece completato la visita di Assisi. Dopo le premiazioni, soddisfatti dell’eccellente risultato, ritorno a Santa Maria degli Angeli per la cena. Ma non finisce qui! L’ultimo giorno ritorno a Gubbio per la “Festa della calata dei Ceri”. Uno spettacolo! Cose mai viste! Una piazza piena all’inverosimile da far impallidire persino il sindaco Appendino, sotto un acquazzone pazzesco e dove vige la parola d’ordine “Basta non intralciare la calata dei ceri”. Gli eugubini quel giorno non guardano in faccia nessuno: è la loro festa e non permettono intromissioni al suo svolgimento. Uno spettacolo incredibile. Il collega Barozzi non ne avrà a male se dico che Gubbio è veramente la “città dei matti”. Con la sua complicità siamo stati poi ospiti a pranzo nella taverna di Sant’Ubaldo (presenti questa volta i soli Sant’Ubaldari) dove, ve lo giuro, sono successe cose che voi umani non riuscireste a concepire: Canti, musiche, balli, cibo e boccali di vino, hanno contagiato persino il M° Carminati. C‘è chi giura di averlo visto persino ballare.

Al termine di questa 5 giorni è doveroso ringraziare chi ha organizzato questa bella gita in particolare il consiglio del Coro, i coristi, “il Castello”, il maestro Carminati e il prof. Barozzi. Speriamo che ora si seguano le direttive del M° Giovanni Acciai che, nel congratularsi con i corsiti, ha detto loro: “Dopo questa esperienza continuate a partecipare a questi concorsi che vi faranno crescere ulteriormente” …e se lo dice lui? A multos annos.

Il Coro “il Castello” premiato a Perugia

Maggio 2019
Dal sito Umbria Domani (www.umbriadomani.it)

NON SOLO POLIFONIA
Il Coro “il Castello” premiato a Perugia

Il Maestro Mario Carminati ritira il premio per il coro
Perugia, proseguono gli appuntamenti di “Musica dal mondo”

PERUGIA – Proseguono gli appuntamenti del ricco programma di Musica dal Mondo, il festival internazionale dei cori e delle orchestre giovanili, gunto quest’anno alla sua ventesima edizione. Cinque i concerti che si terranno in varie sedi della città di Perugia, da domenica 28 aprile a venerdì 3 maggio, tutti ad ingresso libero.

Domenica 28 aprile alle ore 17.30, nella Chiesa di Sant’Antonio Abate in Corso Bersaglieri, 176  il Chor International Potsdam (Potsdam, Germania),. Diretto da Eugen Zigutkin, eseguirà musiche della tradizione classica, popolare e folk, in collaborazione e con la partecipazione del Coro Stone Eight di Perugia

Mercoledì 1 maggio alle 17.30,sempre nella Chiesa di Sant’Antonio Abate in Corso Bersaglieri, sarà la UBC University Singers (British Columbia, Canada)ad esibirsi in un programma di polifonia sacra, sotto la direzione del Maestro Graeme Langager.

Entrambi gli eventi sono realizzati incollaborazione con l’Associazione Borgo Sant’Antonio – Porta Pesa.

Giovedì 2 maggio, nell’ambito del Festival Corale Internazionale “Voices for Peace”, alle ore 11, nell’insolita sede del Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria Salone Umbri ed Etruschi si esibiranno il Children’s Choir “Blue Bird” of “E. Gilels Children’s Music School” di Mosca (Russia) e il Mädchenscola Gymme Meran di Merano. Alle ore 18,00, invece, l’aula magna dell’Università per Stranieri ospiterà il concerto del Mixed Choir “Eptachordi Lyre” of Saint Efthimios (Keratsini, Grecia), The MSGA Girls Choir and The MSGA Youth Choir (Kosice, Slovacchia) e il Children’s Choir “Echo” (Moskow, Russia).

Infine, alle 21, nella Chiesa di Sant’Antonio Abate si terrà il concerto che vedrà protagonisti il Coro polifonico “Il Castello” di Sarnico (Bergamo, Italia), il Frauenchor Altstätten di Altstätten, Svizzera e il Komorni zbor Fran Gerbič (Rakek, Slovenia).

Ultimo appuntamento in calendario per questo periodo, venerdì 3 maggio alle ore 18.00, all’Aula Magna dll’Università per Stranieri  il concerto dello Youth Choir – Municipality of Heraklion (Heraklion, Grecia) e del Sibelius High School Chamber Choir (Helsinki, Finlandia). Continua la lettura di Il Coro “il Castello” premiato a Perugia

Gubbio 6 maggio 2019

6 Maggio 2019
Concerto nella chiesa di
Santa Maria dei servi a Gubbio  

La chiesa gotica di Santa Maria dei Servi si trova subito fuori la cinta medioevale di Città della Pieve, vicino a porta Romana.

 

Fin dal XIII secolo si ha notizia di una chiesa dedicata alla Madonna della Stella, situata nei pressi dell’ex Ospedale dei Santi Filippo e Giacomo, in cui si stabilirono, a metà del Duecento, i Servi di Maria, costituendo una piccola parrocchia con annesso convento. I lavori si protrassero per tutto il secolo sia nella chiesa che nel convento, notevolmente ingrandito tra il 1486 e il 1487. Dopo le soppressioni ecclesiastiche dell’Unità d’Italia il convento divenne Ospedale Civile.
La pianta della chiesa è tipica degli ordini monastici: interno ad unica navata con abside quadrata e volta a crociera. In facciata sono ancora visibili architetture in stile gotico, successivamente tamponate. Gli archetti trilobati sono in laterizio.


Intorno alla metà del XIX secolo venne addossato alla chiesa un campanile, progettato in stile neoclassico dall’architetto Giovanni Santini.
L’interno, rifatto nel XVII secolo, presenta decorazioni a stucco in stile barocco, di particolare interesse il bel coro ligneo e il grande armadio della Sacrestia, commissionati nel 1628 a Giuseppe di Francesco Bendini di Montepulciano. Sul primo altare di destra è stato riportato alla luce, demolendo una parte di stucco barocco, un affresco raffigurante La Madonna della Stella tra Santi, di ambiente peruginesco. Di particolare effetto scenografico l’altare barocco con ai lati statue berniniane in stucco raffiguranti il Beato Giacomo Villa e il Beato Matteo Lazzari.
Lacunosa è la Deposizione dalla Croce di Pietro Vannucci detto il Perugino, uno dei momenti più alti della sua produzione artistica, ormai arrivato a pochi anni dalla morte, 1517. Qui il Maestro guarda anche al patetismo di Raffaello, suo ex allievo, ormai avviato ad una fama immortale. Il Cristo infatti mostra molte attinenze con l’arte dell’urbinate. L’episodio della svenimento di Maria evidenzia, riecheggiando l’analogo soggetto rappresentato da Giotto nella basilica di San Francesco ad Assisi, come il Perugino continui a farsi interprete di quel mondo, tipicamente umbro, delle laudi, che affondano le radici nel periodo medioevale. Il Maestro rappresenta la scena sotto una sua originalissima visione, di estrema sintesi formale, quasi impressionistica, nei tocchi veloci del paesaggio, ma nello stesso tempo sottolinea il dramma dell’evento. L’affresco, nascosto da un’intercapedine, fu riscoperto nel 1834 dal tedesco Antoine Remboux. Dopo di lui l’affresco impressionò numerosi pittori tra cui i Nazareni, i Puristi e i Prerafaelliti, che lo intesero come fonte di ispirazione per la loro sensibilità romantica.

Sarnico: Chiesetta Nigrignano – Ecce Homo” – 2018

“Ecce Homo”, Ecco l’uomo l’espressione con la quale, nel Vangelo di Giovanni (19,5), Pilato presenta alla folla il Cristo flagellato e coronato di spine è il titolo del concerto di musiche per la Settimana Santa, proposto dal coro polifonico “Il Castello” presso il “Centro Culturale Sebinia” a Sarnico in via Vittorio Veneto 42 venerdì 23 marzo con inizio alle ore 21.00

 

Elevazione Musicale “Madonna del Rosario” – 2016

Sabato 15 Ottobre 2016

Il coro ha cantato una settina del Rosario dei “Sette dolori di Maria”, che consta appunto di 7 Ave maria (anziché 10 come è uso nel Rosario tradizionale).   Le 7 Ave Maria, di autori diversi di diverse epoche. Il fiore all’occhiello della serata è stato l’esecuzione dello “Sabat Mater” di P.L. da Palestrina, per doppio coro a 8 voci.

Se una cosa non fa difetto al  coro “il Castello” è la caparbietà. 

Non è statosemplice proporre l’elevazione musicale dedicata alla “Madonna del Rosario” che ha visto il coro protagonista sabato 15 ottobre presso la nostra chiesa parrocchiale. Mesi di prove dopo il lavoro o gli impegni famigliari, di collaborazione reciproca, di impegno e di “arte”.

Sette Ave Maria anziché dieci come in uso nel Rosario tradizionale, partendo dal 1500 con Jacques Arcadelt e Tomàs Luis de Victoria a 4 voci, si è passati alla composizione a canone di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Si è proseguito con una composizione a 7 voci di Anton Bruckner (1824-1896) per arrivare ai più recenti Lorenzo Perosi, Bonaventura Somma e Guido Gambarini, compositori vissuti a cavallo fra il 1800 e il 1900. A conclusione della settina il Salve Regina in gregoriano. Dopo il fuori programma con l’immancabile Ave Maria di Schubert cantata dal tenore Roberto Tura, accompagnato dalla sarnicese maestra Elena Masnaghetti; ancora il maestro Tura solista nel brano di J.S.Bach “Deposuit Potentes” e poi la conclusione con due brani di difficile escuzione a 8 voci: Il Crucifixus di Antonio Lotti (1667-1740) e lo Stabat Mater di Pier Luigi da Palestrina (1525-1594).

Una storia di 25 anni, quella della corale; non è poca cosa, specialmente quando in ogni rappresentazione vengono celebrati l’amore per la musica e il rispetto dell’etica della convivenza, una scelta del maestro Mario Carminati che ha permesso in questi anni, a giovani e adulti, di condividere un difficile impegno: quello di praticare e divulgare il valore culturale e sociale della polifonia.

Per propria scelta il coro “il Castello” rimane tenacemente fedele a quel grande patrimonio rappresentato dai brani corali, sacri e profani, con una predilezione particolare appunto per la polifonia rinascimentale, forse la più “riservata” fra le espressioni della cultura musicale.

Nonostante la varietà delle melodie, tutte dedicate alla figura maestosa di Maria Santissima, che hanno reso scorrevole l’intero concerto, molto gradito dal folto pubblico presente, non posso dire di aver compreso e apprezzato nel dovuto modo ogni pezzo e la colpa non è certo del coro (a volte mi chiedo perché non mi abbiano ancora cacciato); ho più volte affermato, scrivendo di loro, la mia oggettiva difficoltà nel comprendere pienamente questa particolare “nicchia” della musica, che rappresenta un’eredità culturale mantenuta in vita grazie ai coraggiosi sforzi compiuti da associazioni culturali, gruppi musicali e musicisti.

Non bisogna comunque essere grandi conoscitori di musica per farsi coinvolgere dall’atmosfera quasi magica, la soavità, l’equilibrio delle voci che si uniscono alla perfezione, spesso senza il sostegno della musica, per creare straordinarie melodie. Che dire poi dalla passione dei coristi, supportati in questa elevazione musicale dai maestri Roberto Bottino, Franco Pirondini e Roberto Tura, che riescono a trasformare in emozioni le note musicali fino allo scroscio degli applausi che chiudono ogni brano.

Il coro è una fucina culturale, esserne coinvolti significa anche far parte di un contenitore di amici. Significativa, a questo proposito, la simpatia nata a fine settembre con un gruppo di francesi che ha accolto “signorilmente” coro e accompagnatori nella bellissima zona nel dipartimento della Charente, nella regione di Poitou-Charentes dove si produce il famoso “Cognac”. Quattro fantastici giorni che hanno fatto assaporare la gioia di stare insieme a persone speciali all’insegna della musica e dell’amicizia.  

Alcuni di loro erano presenti al concerto di sabato: la famiglia Guillaume de Jarnac ha voluto onorare con la sua partecipazione l’impegno del coro. Ringraziati più volte dal maestro Carminati che nel suo francese “italianizzato” ha sottolineato ancora una volta l’apprezzamento per la signorile accoglienza. Ed allora: “Merci beaucoup a les familles Ches Loste, Dumont, Rebonille, De Noret, Montages, Catterin Matei, Meusson, Smith e Maritherese  pour la noblesse démontré a notre chorale».

Essere coro è anche un’occasione per scoprire luoghi improbabili e formare nuove amicizie. Non è mai troppo tardi per diventare un corista. 

Mario Dometti
da “il Porto” giornale parrocchiale di Sarnico Ottobre 2016

Elevazione Musicale dedicata a Maria – Sarnico 2016

Se una cosa non fa difetto al nostro coro “il Castello” è la caparbietà.
Non è stato semplice proporre l’elevazione musicale dedicata alla “Madonna del Rosario” che ha visto il coro protagonista sabato 15 ottobre presso la nostra chiesa parrocchiale. Mesi di prove dopo il lavoro o gli impegni famigliari, di collaborazione reciproca, di impegno e di “arte”.
Sette Ave Maria anziché dieci come in uso nel Rosario tradizionale, partendo dal 1500 con Jacques Arcadelt e Tomàs Luis de Victoria a 4 voci, si è passati alla composizione a canone di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Si è proseguito con una composizione a 7 voci di Anton Bruckner (1824-1896) per arrivare ai più recenti Lorenzo Perosi, Bonaventura Somma e Guido Gambarini, compositori vissuti a cavallo fra il 1800 e il 1900. A conclusione della settina il Salve Regina in gregoriano. Dopo il fuori programma con l’immancabile Ave Maria di Schubert cantata dal tenore Roberto Tura, accompagnato dalla sarnicese maestra Elena Masnaghetti; ancora il maestro Tura solista nel brano di J.S.Bach “Deposuit Potentes” e poi la conclusione con due brani di difficile escuzione a 8 voci: Il Crucifixus di Antonio Lotti (1667-1740) e lo Stabat Mater di Pier Luigi da Palestrina (1525-1594).
Una storia di 25 anni, quella della corale; non è poca cosa, specialmente quando in ogni rappresentazione vengono celebrati l’amore per la musica e il rispetto dell’etica della convivenza, una scelta del maestro Mario Carminati che ha permesso in questi anni, a giovani e adulti, di condividere un difficile impegno: quello di praticare e divulgare il valore culturale e sociale della polifonia.
Per propria scelta il coro “il Castello” rimane tenacemente fedele a quel grande patrimonio rappresentato dai brani corali, sacri e profani, con una predilezione particolare appunto per la polifonia rinascimentale, forse la più “riservata” fra le espressioni della cultura musicale.
Nonostante la varietà delle melodie, tutte dedicate alla figura maestosa di Maria Santissima, che hanno reso scorrevole l’intero concerto, molto gradito dal folto pubblico presente, non posso dire di aver compreso e apprezzato ne dovuto modo ogni pezzo e la colpa non è certo del coro (a volte mi chiedo perché non mi abbiano ancora cacciato); ho più volte affermato, scrivendo di loro, la mia oggettiva difficoltà nel comprendere pienamente questa particolare “nicchia” della musica, che rappresenta un’eredità culturale mantenuta in vita grazie ai coraggiosi sforzi compiuti da associazioni culturali, gruppi musicali e musicisti.
Non bisogna comunque essere grandi conoscitori di musica per farsi coinvolgere dall’atmosfera quasi magica, la soavità, l’equilibrio delle voci che si uniscono alla perfezione, spesso senza il sostegno della musica, per creare straordinarie melodie. Che dire poi dalla passione dei coristi, supportati in questa elevazione musicale dai maestri Roberto Bottino, Franco Pirondini e Roberto Tura, che riescono a trasformare in emozioni le note musicali fino allo scroscio degli applausi che chiudono ogni brano.
Il coro è una fucina culturale, esserne coinvolti significa anche far parte di un contenitore di amici. Significativa, a questo proposito, la simpatia nata a fine settembre con un gruppo di francesi che ha accolto “signorilmente” coro e accompagnatori nella bellissima zona nel dipartimento della Charente, nella regione di Poitou-Charentes dove si produce il famoso “Cognac”. Quattro fantastici giorni che hanno fatto assaporare la gioia di stare insieme a persone speciali all’insegna della musica e dell’amicizia.
Alcuni di loro erano presenti al concerto di sabato: la famiglia Guillaume de Jarnac ha voluto onorare con la sua partecipazione l’impegno del coro. Ringraziati più volte dal maestro Carminati che nel suo francese “italianizzato” ha sottolineato ancora una volta l’apprezzamento per la signorile accoglienza. Ed allora: “Merci beaucoup a les familles Ches Loste, Dumont, Rebonille, De Noret, Montages, Catterin Matei, Meusson, Smith e Maritherese pour la noblesse démontré a notre chorale».
Essere coro è anche un’occasione per scoprire luoghi improbabili e formare nuove amicizie. Non è mai troppo tardi per diventare un corista.
Unisciti a loro.

Cantare fa bene al cuore